Dolore persistente, nervi e filtro spam

Riabilita studio associato fisoterapico


Hai mai sentito parlare di nervi, terminazioni nervose, conduzione del segnale nervoso? Non c’è bisogno di essere specialisti del settore per conoscere come il nostro corpo sia interamente disseminato di nervi che hanno compiti vitali e molteplici e che spaziano dal controllo delle funzionalità e motricità degli organi, dalla regolazione delle funzioni vitali, così come dall’attività motoria e dalla percezione sensoriale.

Il dolore può essere visto come una manifestazione sensoriale che il nostro corpo mette in atto per farci capire che qualcosa non va nel nostro corpo. Ci avvisa, tramite la trasmissione di un segnale nervoso che passa tramite specifiche fibre nervose (i nervi appunto), che c’è una determinata situazione anomala che sta avendo luogo e verso cui pertanto bisogna dirigere l’attenzione per contrastarla. Quindi il dolore ha un ruolo molto importante: senza il suo sistema di allarme non potremmo vivere e saremmo fortemente esposti a tutte quelle situazioni che, se non precocemente affrontate, potrebbero portarci a danni irreversibili e perfino alla morte.

Il dolore pertanto può essere concepito come un sistema di allarme corporeo che, tramite la conduzione del segnale che viaggia attraverso i nervi, ci viene alla coscienza in determinate situazioni di pericolo: per esempio quando battiamo il gomito su un tavolo, quando tocchiamo qualcosa di rovente, quando sviluppiamo un processo infiammatorio, quando subiamo una distorsione di ginocchio e così via. Sono tante le situazioni in cui possiamo provare dolore, come ognuno di noi ha sperimentato nel corso della vita.

Adesso facciamo un esempio assurdo: se qualcuno o qualcosa ci togliesse completamente dal corpo questo sistema di nervi che trasmettono dolore, noi da un momento all’altro potremmo non sentire più dolore. Niente più dolore dopo una caduta, dopo una distorsione, dopo un trauma, dopo un’infiammazione. Sarebbe bello forse? Sì, magari ci risparmierebbe la spiacevolezza della sensazione ma probabilmente non potremmo sopravvivere a lungo. Con questo esempio voglio dire che il dolore è in linea di massima qualcosa che viene prodotto dal nostro corpo da specifici organi: tramite una situazione esterna (trauma fisico per esempio) si mandano dei segnali che vengono recepiti dal nostro corpo e dal nostro “sistema del dolore” e che quindi, una volta processati, vengono prodotti e resi coscienti. Ed ecco quindi il dolore. Il nostro corpo elabora i segnali e partorisce il dolore.

Dato quindi che il dolore è un prodotto del nostro corpo trasmesso da “specifici nervi”, se questo sistema di nervi si modifica o si danneggia, ne risulterà che la trasmissione dello stesso potrebbe risultare alterata.
Ipotizziamo delle situazioni in cui questo sistema per qualche motivo si alteri e conduca ad una facilitazione della produzione di dolore. Il sistema del dolore produrrebbe il dolore molto più facilmente del normale e così anche gli stimoli più leggeri, che normalmente non sarebbero sufficienti a produrre dolore, attivano il nostro sistema di allarme, che così ci farà sentire dolore. Ciò sarebbe veramente problematico per noi, vi immaginate? Basterebbe magari camminare un po’ più del normale che subito ci farebbe male il ginocchio, oppure magari piegare la schiena in avanti e subitamente sentire forte dolore alla schiena. Stimoli che in situazioni normali non dovrebbero accendere il sistema dolore invece lo accendono, facendo percepire il dolore.

In verità queste condizioni si verificano molto spesso. Per varie cause il nostro sistema del dolore si sensibilizza e quindi ci rende la vita più complicata, si attiva sempre, troppo spesso, anche per attività che in teoria sarebbero innocue.

Ma non è tutto! Per fortuna il nostro corpo ha dei meccanismi di difesa contro ciò. Esistono dei meccanismi di inibizione gestiti dal nostro sistema del dolore ed hanno la capacità di processare i segnali in entrata ed intervenire nel caso in cui lo stimolo percepito non sia pericoloso: per esempio tocco leggermente il gomito su una porta. Questa situazione non è pericolosa pertanto sarebbe controproducente generare dolore. Il nostro sistema del dolore processa questo stimolo come innocuo e inibisce il segnale del dolore: il risultato è non-dolore.

Se questo può risultare complicato magari ci aiuta la metafora del Filtro Spam della posta elettronica: quest’ultima è progettata in modo tale che non tutti i messaggi che ci arrivano per posta finiscono nella posta principale. Quelli che il sistema processa come non rilevanti, inutili e non importanti, finiscono nel cosiddetto filtro spam. Questo ci permette pertanto di concentrare l’attenzione solo sui messaggi rilevanti. Se così non fosse saremmo bombardati costantemente di messaggi inutili rendendoci il tutto molto complicato e complesso. Pensa al nostro sistema dolore come alla posta elettronica e ai suoi sistemi inibitori come Filtri Spam.

Il problema è quando questi filtri spam non funzionano. Nelle situazioni di dolore persistente il filtro spam non funziona bene. Non solo il nostro sistema del dolore, come dicevamo prima, è più sensibile, ma vengono meno anche i suoi meccanismi di inibizione (filtri spam). Così avremmo una situazione in cui il dolore sarà molto presente nella nostra vita, nelle nostre attività di vita quotidiana e lavorativa, nel nostro riposo.

La situazione sarà quella di dolore in una zona specifica del corpo (spalla, collo, schiena, ginocchio per esempio) o in più zone contemporaneamente, esacerbato da attività anche a basso carico, durante il riposo, durante momenti del giorno non prevedibili, durante cambiamenti di umore. Davvero complessa la situazione. Ma fortunatamente tramite una gestione corretta del problema, questi processi sono in parte reversibili, basta riabilitare il nostro sistema nervoso nel modo corretto!

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